43, t.u. 18 giugno 1931, n. 773. Ciò si spiega per il fatto che essa persegue lo scopo di prevenire (per quanto possibile) l’abuso di armi da parte di soggetti non completamente affidabili. Se il tuo legale conosce la recente giurisprudenza formatasi sul punto – e, in particolare, una sentenza del Tar Piemonte dello scorso 29 settembre [1] – ti risponderà pressappoco nel seguente modo. Sul perché di tale atteggiamento fonti del dicastero glissano, parlando di «limitazioni dovute semplicemente agli excursus di alcuni soggetti che ne facciano richiesta per la prima volta o che ne chiedano il rinnovo». 6. Alle specifiche fattispecie penali riportate alla lettera c) del comma 1 dell’art. Firenze, (Toscana) sez. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa. La motivazione della Questura ti ha lasciato spiazzato: hai qualcuno in famiglia “poco affidabile” e, proprio per colpa sua, neanche tu puoi avere la licenza per uso venatorio. I, 29/01/2019, n.206. Sussistono peraltro giusti motivi per disporre la compensazione delle spese di lite, attesa la singolarità della vicenda esaminata. Ti sembra un’assurdità pagare per una colpa non tua. Nel caso in cui il giudice penale non abbia potuto provvedere all’applicazione delle disposizioni di cui agli artt. 1. [5] Tar Napoli, (Campania) sez. T.A.R. Dovevano darmi il porto d'armi,però mi hanno detto che ci sono problemi per via della mia generazione,controllano anche i miei parenti per il rilascio del porto d'armi? Enrico Michetti della sentenza del Consiglio di Stato Sez. Secondo i giudici amministrativi, è legittimo negare il porto d’armi a causa di parenti, familiari e frequentazioni. può trovare applicazione quell’indirizzo giurisprudenziale « evolutivo » che interpreta la disposizione normativa in oggetto nel senso che, qualora il giudice penale abbia, per uno dei reati ostativi ivi previsti, disposto la condanna alla sola pena pecuniaria, l’autorità amministrativa non possa procedere in modo automatico al diniego di rinnovo della licenza, ma debba valutare le relative circostanze ai fini dell’esercizio del potere discrezionale previsto dal secondo comma dell’art. In merito a dinieghi del Porto d'Armi, motivati sulla base di condanne per reati molto risalenti nel tempo, al di là della intervenuta riabilitazione, diverse pronunce dei TAR avevano sancito il principio secondo il quale l'Autorità di P.S. T.A.R. In sede di rinnovo della licenza di porto d’armi, posto che le esigenze di difesa personale del privato sono state in precedenza riconosciute esistenti, qualora nulla cambi nelle circostanze di fatto poste a loro fondamento e non sopravvengano motivi ostativi all’uso dell’arma, l’Amministrazione è tenuta a motivare in modo puntuale le ragioni del diniego, evidenziando per quali motivi tali ragioni, in precedenza ritenuti sufficienti a giustificare il titolo, non lo sono più, oppure quale diversa ponderazione sia stata effettuata tra l’interesse privato alla difesa e l’interesse pubblico al contenimento del numero delle armi in circolazione sul territorio e questo a salvaguardia del principio di coerenza dell’agire amministrativo e del legittimo affidamento del cittadino. Nel caso di specie, secondo ilTar, il diniego della Questura si basava sul sospetto che la richiesta di rilascio del porto d’armi fosse stata avanzata dalla figlia per consentire al padre di eludere i precedenti dinieghi di rilascio dello stesso nei suoi confronti, per ottenere così la possibilità di acquistare comunque armi e munizioni mediante il titolo ottenuto dalla figlia. Iscriviti per rimanere sempre informato e aggiornato. III del 23.5.2017 prima, ossia in sede di esame della domanda di rinnovo della licenza di porto d’armi, e poi da parte del G.A., ossia in caso di ricorso avverso il provvedimento di diniego, per non creare una ingiustificata disparità di trattamento tra coloro che hanno concretamente potuto beneficiare delle predette disposizioni e coloro che invece non hanno potuto giovarsene solo perché non erano ancora state introdotte nell’ordinamento. Diniego del porto d'armi: tra discrezionalità amministrativa e obbligo motivazionale rinforzato - Diritto.it Questo perché suo padre era considerato un soggetto non «pienamente affidabile» essendo stato protagonista di diverse vicende penali. La Legge per Tutti Srl - Sede Legale Via Francesco de Francesco, 1 - 87100 COSENZA | CF/P.IVA 03285950782 | Numero Rea CS-224487 | Capitale Sociale € 70.000 i.v. Dal momento che il porto d’armi non costituisce un diritto assoluto, rappresentando, invece, eccezione al normale divieto di portare le armi , l’amministrazione centrale (ministero dell’Interno), ovvero quella periferica operante sul territorio, ben può effettuare valutazioni di merito in ordine ai criteri di carattere generale per il rilascio delle licenze di porto d’armi, tenendo conto del particolare momento storico, delle peculiarità delle situazioni locali, delle specifiche considerazioni che – in rapporto all’ordine ed alla sicurezza pubblica – si possono formulare a proposito di determinate attività e di specifiche situazioni. | Codice Univoco: M5UXCR1 | IBAN: IT 07 G 02008 16202 000102945845 - Swift UNCRITM1590, Supporto legale 100% online per avviare e gestire la tua attività, Questo sito contribuisce alla audience di, Richiedi una consulenza ai nostri professionisti. Il provvedimento di sospensione o revoca del porto d’armi viene adottato dal Questore. Pertanto, soltanto con riferimento alle fattispecie di cui alle precedenti lettere a) e b) del comma 1 cit. La ricorrente, premesso (e documentando) di essere in possesso delle certificazioni attestanti l’idoneità medica al rilascio del porto d’armi, l’abilitazione all’esercizio venatorio e l’idoneità al maneggio delle armi, ha dedotto due motivi di ricorso: 3.1) Violazione a falsa applicazione degli artt. diniègo: definizione e significato sul dizionario italiano. a) e c) dell’art. Tenendo presente infatti quanto esposto nella risposta di cui alla domanda precedente, l’Amministrazione, dopo aver ricevuto la richiesta di primo rilascio del porto d’armi da parte di un cittadino, porrà in essere una istruttoria volta ad accertare la sussistenza di elementi che non facciano presumere, anche lontanamente, la possibilità di abuso di armi da parte del richiedente. Riteniamo opportuno richiamare l’attenzione degli appassionati del settore, ancor meglio di coloro che necessitano della licenza di porto d’armi per difesa, in merito alla recente sentenza del Consiglio di Stato sul rinnovo di tale autorizzazione (Sez. in ordine al diniego o alla revoca delle licenze o ... Il provvedimento denegatorio del porto d’armi è stato pertanto adottato sul 7. presupposto di una dichiarazione di fallimento e di una querela per truffa. Le frequentazioni di pregiudicati ben possono essere valutate dall’Amministrazione come ostative al rilascio o al rinnovo di una licenza di porto d’armi e, quindi, non è irragionevole il relativo diniego opposto, atteso che chi chiede il rilascio o il rinnovo di licenze di porto d’armi deve dare pieno affidamento sulla sua buona condotta e sull’improbabilità che faccia abuso dell’arma. III, 10/01/2018, n.92. Palermo, (Sicilia) sez. di preavviso ricettari salvagente what you following to read! 3. 8. La licenza di porto d’armi è provvedimento connotato da discrezionalità, sia tecnica che amministrativa, in cui è onere del richiedente dimostrare il bisogno del titolo. Milano, (Lombardia) sez. 10-bis L. 241/90; – difetto di istruttoria e di motivazione: tutte le ragioni ritenute dal Questore ostative al rilascio del porto d’armi afferiscono unicamente al padre della ricorrente, e non alla ricorrente stessa, rispetto alla quale non è stata rilevata alcuna ragione di incapacità o di inidoneità all’uso delle armi; – quanto al padre, sono stati valorizzati pregiudizi penali risalenti nel tempo (35 e 25 anni fa), di cui una condanna del – omissis -83 per – omissis – e – omissis -per la quale è intervenuta la riabilitazione nel 2003 e una condanna per – omissis – per la quale è intervenuta nel 2001 sentenza di appello di non doversi procedere per intervenuta prescrizione; attualmente il padre non ha carichi pendenti, svolge una vita regolare e dal 2006 non vive più presso l’abitazione familiare, ove si reca solo per trovare le figlie, bensì a Torino dove svolge l’attività di pranoterapeuta; 3.2) Violazione e falsa applicazione degli artt. Quanto, infine, alla censura di carattere formale dedotta con il primo motivo di ricorso, è sufficiente osservare che, secondo noti principi, “l’ art. 43 del TULPS (diserzione in tempo di guerra e porto abusivo d’armi) il legislatore ha attribuito effetto di impedimento assoluto al rilascio del porto d’armi a prescindere dalla natura (pecuniaria o detentiva) e dall’entità della pena irrogata. L’elevata discrezionalità di cui è titolare la Pubblica Amministrazione, in materia di rilascio di licenza di porto d’armi per difesa personale, deve essere esercitata secondo principi di trasparenza e di legittimo affidamento del privato nei suoi confronti, senza pertanto che ciò possa trasmodare in irrazionalità manifesta; in particolare, nel caso di diniego di rinnovo del porto d’armi, l’Amministrazione non può esimersi dall’indicare nella motivazione il mutamento delle circostanze, di fatto e soggettive, che l’avevano già indotta a rilasciare, negli anni antecedenti, il suddetto titolo (1), dovendosi dare conto dei fatti ostativi sopravvenuti, e del mutato interesse pubblico al rilascio della licenza, a salvaguardia del legittimo affidamento del cittadino (2); inoltre in sede di diniego di rinnovo del porto d’armi, pur non essendo l’Amministrazione tenuta ad accertare eventuali abusi da parte dell’interessato, la stessa deve tuttavia verificare, sulla base di elementi obiettivi, la scarsa affidabilità nel loro uso da parte del richiedente, o un’insufficiente capacità di dominio dei suoi impulsi ed emozioni. https://www.laleggepertutti.it/305981_diniego-porto-darmi-per-parenti-e-legittimo E quel porto d'armi riavuto. La singola violazione del codice stradale, per guida alterata dall’alcol, rappresenta un episodio isolato di scarsa rilevanza dalla quale non può conseguire automaticamente anche un divieto generale di detenzione delle armi e il mancato rinnovo della licenza di caccia. Iscriviti per rimanere sempre informato e aggiornato. Oppure iscriviti alla nostra newsletter per rimanere sempre aggiornato. T.A.R. Email (obbligatoria se vuoi ricevere le notifiche), Notificami quando viene aggiunto un nuovo commento. 7.2. 43, T.U.L.P.S., rispetto alle quali non assume rilievo la successiva riabilitazione. [3] Tar Reggio Calabria, sent. Oppure iscriviti alla nostra newsletter per rimanere sempre aggiornato. In generale possiamo dire che alla base della revoca delle autorizzazioni di polizia in materia di armi devono esserci fatti dai quali si può desumere l’abbassamento della soglia di affidabilitàdel titolare circa l’uso improprio delle armi stesse. Scopri le ultime sentenze su: domanda di rinnovo della licenza di porto d’armi; diniego di rinnovo del porto d’armi; violazione del codice stradale; mancanza di affidabilità del soggetto; giustificazione dei dinieghi di rinnovo; motivazione specifica. È infatti riconosciuto dalla legge in capo all’Amministrazione un potere assai ampio ed assai discrezionale circa la valutazione dei requisiti dei richiedenti. della Sicilia , Sez.III, giudicando in merito al ricorso n. 3504/99 R.G. 10, 11, 42 e 43 del R.D. IV, 27/03/20- omissis -, n. 2026). Napoli, sez. II, 12/07/2018, n.1007. Le vicende che hanno condotto all’adozione di quei precedenti dinieghi non possono formare oggetto del presente giudizio. Bolzano, (Trentino-Alto Adige) sez. Frequentare persone con procedimenti penali, così come rileva – in presenza dei relativi presupposti – in sede di emanazione di informative antimafia, ha anche un rilievo sulla valutazione dell’affidabilità del titolare di una licenza di porto d’armi, pur quando si tratti di una licenza di porto di fucile per uso caccia; infatti gli organi del ministero dell’Interno ben possono rilevare come tali frequentazioni – da parte del titolare della licenza – possano dare luogo al rischio che l’arma sia appresa dalle persone frequentate, e gravate da procedimenti penali, e sia impropriamente utilizzata [4]. Hai presentato una richiesta di porto d’armi, ma ti è stata respinta. 5. Bolzano, (Trentino-Alto Adige) sez. Tuttavia, prima di presentare ricorso al Tar, chiedi un consiglio al tuo avvocato: è legittimo il diniego del porto d’armi per parenti? In definitiva, il Questore ha ritenuto che il rilascio del porto d’ami alla figlia possa essere pregiudizievole per la sicurezza pubblica e l’incolumità di terzi, considerata l’inaffidabilità del padre (per le vicende penali che lo hanno riguardato e per il comportamento assunto nei rapporti con gli uffici della Questura) e la facilità con cui questi potrebbe venire in possesso delle armi ”in virtù della frequentazione familiare considerabile alla stregua di convivenza, anche se non più accertata anagraficamente”. Cari amici di all4shooters, nell’articolo che segue andrò a suggerirvi tutta una serie di consigli riguardanti il caso di diniego di primo rilascio, o rinnovo, del porto d’armi. - è ben vero che il diniego, ovvero la revoca del porto d’armi, nonché il divieto di detenzione delle stesse, costituiscono esplicazione di potestà connotata da ampi margini di discrezionalità (solo da ultimo, CdS, III, 9 agosto 2018, n. 4887); Il richiedente condannato per porto abusivo d’armi, rissa e lesioni non può vedersi negato il porto d’armi se non vengono specificate nella motivazione le ragioni della sua inaffidabilità. Parma, sez. Avv. I, 23/09/2019, n.2227 Nei suoi confronti, deve esistere una perfetta e completa sicurezza sul corretto utilizzo delle armi. I, 23/09/2019, n.2227. III, 03/07/2018, n.4055. Firenze, (Toscana) sez. Con ordinanza n. 101 del 14 marzo 20- omissis -, la Sezione ha respinto la domanda cautelare e fissato contestualmente l’udienza di merito. di Giancarlo Tommasone. Consiglio di Stato sez. Consiglio di Stato sez. Sesta, 12 ottobre 2010, n. 8220). ... discrezionalità dell’autorità di p.s. I, 09/04/2018, n.117. T.A.R. Con ricorso notificato il 6 febbraio 20-omissis- e ritualmente depositato, la sig.ra – omissis -, di anni – omissis -, ha impugnato il decreto del – omissis – novembre 2018 notificato il 20 novembre 2018 con cui il Questore della Provincia di – omissis – ha respinto la sua istanza di rilascio del porto di fucile per l’esercizio della caccia. Se la Sua intenzione è non solo di tenere un’arma in casa ma anche di poterla usare in caso di necessità (dentro o fuori casa), allora dovrà munirsi della licenza di porto d’armi.Per ottenere la licenza di porto d’armi occorre essere maggiorenni e presentare (in Questura o presso un Commissariato di Polizia o Stazione di Carabinieri) l’apposito modulo nel quale occorre:dichiarare e dimostrare l’esistenza di un valido motivo che giustifichi la necessità di detenere e poter usare un’arma;allegare due contrassegni telematici da euro 16,00;allegare la certificazione rilasciata dalla Asl del luogo di residenza (o dagli uffici medico legali militari o della Polizia) che attesti l’idoneità psico – fisica di chi chiede il porto d’armi;allegare la ricevuta di pagamento di euro 115,00 a titolo di tassa di concessione governativa;allegare ricevuta di versamento di euro 1,27 per il costo del libretto di porto d’armi di validità quinquennale (sul conto corrente che verrà indicato dall’ufficio a cui si presenta il modulo);allegare due foto recenti formato tessera a mezzo busto e capo scoperto;indicare il motivo per cui si richiede di poter ottenere il porto d’armi;la documentazione che dimostri di aver conseguito un certificato di idoneità al maneggio delle armi rilasciato da una sezione di Tiro Segno nazionale (questo certificato non è necessario se chi presenta la domanda ha prestato servizio di leva);dichiarare di non aver riportato condanne a pene restrittive superiori a tre anni per delitti non colposi senza riabilitazione e di non essere sottoposto ad ammonizione o a misura di sicurezza e di non essere stato dichiarato delinquente abituale, professionale o per tendenza;dichiarare le generalità delle persone conviventi;attestare di non essere stato dichiarato obiettore di coscienza.Come avrà notato, per poter ottenere la licenza di porto d’armi (che autorizza a detenere in casa un’arma, a portarla con sé fuori casa ed usarla in caso di necessità per legittima difesa) occorre, già prima di presentare in Questura la relativa richiesta, aver conseguito un certificato di idoneità al maneggio delle armi rilasciato da una sezione di Tiro a Segno nazionale se lei non ha svolto il servizio di leva militare.Lei, quindi, prima di presentare la domanda per ottenere la licenza di porto d’armi deve aver frequentato apposito corso e conseguito, al termine del corso, il certificato di idoneità al maneggio delle armi.Solo se sarà in possesso di questo certificato potrà poi presentare la domanda per ottenere licenza di porto d’armi, ma dovrà anche (cosa fondamentale) dichiarare il motivo per cui è per lei necessario detenere e poter, se necessario, usare un’arma per difendersi.La domanda per ottenere la licenza per il porto d’armi corte (pistole) per difesa personale è esaminata dal Prefetto ed è il Prefetto che valuta, in base ai motivi che il richiedente ha indicato nella domanda, se ci sia un effettivo bisogno di portare l’arma ed eventualmente usarla per difesa personale.Non esistono criteri fissati dalla legge per capire in quali situazioni ci sia l’effettivo bisogno di difendersi e, quindi, in quali circostanze il porto d’armi debba essere rilasciato ed in quali circostanze non debba essere rilasciato.Di solito il porto d’armi viene rilasciato a chi dimostri:di portare sovente con sé gioielli o somme di denaro rilevanti (ad esempio rappresentanti di gioielli, lavoratori che trasportano valori ecc. Ove il giudice penale abbia disposto la condanna alla sola pena pecuniaria – in luogo della reclusione – per uno dei reati ostativi, l’Autorità amministrativa non può procedere in modo automatico al diniego di rinnovo della licenza di porto d’armi, ma deve valutare le relative circostanze ai fini dell’esercizio del potere discrezionale previsto dal secondo comma dall’art. 18/06/- omissis -31 n. 773 (T.U.L.P.S. In sede di rinnovo, tuttavia, posto che le esigenze di difesa personale del privato sono state in precedenza riconosciute esistenti, qualora nulla cambi nelle circostanze di fatto poste a loro fondamento e non sopravvengano motivi ostativi all’uso dell’arma, l’Amministrazione è tenuta a motivare in modo puntuale le ragioni del diniego, evidenziando per quali motivi tali ragioni, in precedenza ritenute sufficienti a giustificare il titolo, non lo sono più, oppure quale diversa ponderazione sia stata effettuata tra l’interesse privato alla difesa e l’interesse pubblico al contenimento del numero delle armi in circolazione sul territorio. Anche i Prefetti ed i questori pagano; così pare abbiano sentenziato i giudici del T.A.R. 2. Angelo Greco e iscritta presso il Tribunale di Cosenza, N.G.R 243/2016 - N.R. Il rifiuto di rinnovo del porto d’armi, in presenza di condanne per determinati reati ritenuti assolutamente ostativi dalla legge, e nonostante la riabilitazione eventualmente intervenuta, riveste sostanzialmente natura di atto a contenuto vincolato, che non lascia spazio per ponderazioni discrezionali degli interessi coinvolti, per avervi già provveduto il legislatore con valutazione di carattere generale e preventivo. In materia di revoca del porto d’armi esiste, come è noto, un’ampia discrezionalità dell’amministrazione nella gestione tanto della revoca quanto del divieto di detenzione. Trento, (Trentino-Alto Adige) sez. Il giudizio di inaffidabilità circa l’uso delle armi può anche basarsi sulle ripetute frequentazioni del richiedente con soggetti pregiudicati, essendo comunque sempre necessario che sia effettuata una valutazione complessiva della personalità del soggetto. [1] Tar Piemonte, sent. Stampa 1/2016. L’impressione è che da un alcuni anni ci sia una politica ministeriale di sfoltimento dei porto d’armi per la seconda pistola ai tutori dell’ordine. Tuttavia, gli eventuali nuovi criteri restrittivi imposti dal ministero dell’Interno con specifiche direttive, non possono giustificare il diniego al rinnovo del porto d’armi a soggetti che lo detengano da lungo tempo, se il relativo provvedimento non contenga una motivazione rafforzata dalla quale emergano le ragioni (che possono anche essere di ordine generale) per le quali l’amministrazione abbia deciso di mutare orientamento, rispetto ai precedenti rinnovi. );di lavorare in esercizi dove sono conservati valori (orefici ad esempio);di essere un commerciante che per necessità trasporta ingenti somme di;di rischiare sequestro di persona o di essere esposto, per il lavoro che svolge, a rischi concreti di aggressione o vendetta. È, pertanto, irrilevante il fatto che le frequentazioni con pregiudicati non siano puntualmente indicate (perché comunque non è contestato che si siano verificate), e che il soggetto titolare della licenza abbia in passato dato prova del buon uso della stessa o che precedenti condanne riportate non sia state in passato considerate causa ostativa dall’autorità concedente [5]. Questo è un principio di legge, più volte confermato dall… Uno degli elementi che concorrono alla valutazione di affidabilità del soggetto circa il buon uso delle armi è rappresentato dal contesto socio-familiare del richiedente (T.A.R. Il provvedimento si fonda su un’articolata motivazione, nella quale si mette in rilievo che il padre della richiedente: – risulta “gravato da diverse vicende penali” (condanna nel – omissis -83 per i reati di – omissis -, con successiva riabilitazione nel 2003; non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nel 2001 per il reato di – omissis -, con assoluzione per altri capi di imputazione); – ha presentato in anni passati tre diverse istanze di rilascio del porto d’armi per uso sportivo, tutte respinte: due dalla stessa Questura di – omissis – (nel 2002 e 2006), un’altra dalla – omissis -(nel 2014); – secondo le informazioni pervenute dai Carabinieri, (il padre) frequenta abitualmente il nucleo familiare e l’abitazione in Ceva; non svolge propriamente un’attività lavorativa “ma piuttosto si qualifica come parapsicologo, sciamano, esperto di medicina ordinaria ed alternativa, esperto di medicine orientali, zoologia veterinaria, alimentazione curativa e scienze naturali, ed è conosciuto come guaritore e persona dedita alla magia”; – in tale contesto, gli stessi Carabinieri “non escludono la concreta possibilità di un acquisto di armi e munizioni attraverso il titolo eventualmente rilasciato alla figlia richiedente”; – inoltre, il giorno 13 novembre 2018 il padre si è presentato presso la Questura di – omissis – per avere informazioni sul procedimento di rilascio del porto d’armi alla figlia, “mostrandosi molto adirato per la comunicazione di preavviso di rigetto ricevuta dalla figlia richiedente, e per il ritardo con cui gli uffici davano informazioni sul prosieguo della pratica, richieste anche tramite il legale”; comportamento che il Questore di – omissis – ha “ritenuto estremamente sfavorevole nella valutazione generale dell’istanza”, in quanto “indizio sintomatico di una indebita ingerenza del [padre] nei rapporti con questi Uffici, che invece dovrebbero essere intrattenuti esclusivamente dalla figlia maggiorenne…”. Revoca o rigetto del porto d’armi a causa di familiari o altre frequentazioni: si può fare ricorso? Il giudizio di inaffidibilità del padre che traspare dalla motivazione dell’atto impugnato discende dai plurimi dinieghi adottati nei suoi confronti in anni anche recenti (da ultimo nel 2014), e come tale non richiedeva particolari precisazioni nel contesto motivazionale dell’atto impugnato al di fuori di quelle evidenziate, comunque già sufficienti a giustificarlo. Preavviso di diniego della cittadinanza italiana ... Diniego porto d'armi per parenti: è legittimo. Comments La Legge per Tutti Srl - Sede Legale Via Francesco de Francesco, 1 - 87100 COSENZA | CF/P.IVA 03285950782 | Numero Rea CS-224487 | Capitale Sociale € 70.000 i.v. Nella pronuncia in esame, vengono richiamati alcuni stabili principi del nostro ordinamento che danno all’autorità di pubblica sicurezza un’ampia discrezionalità nella valutazione dell’affidabilità della persona di fare buon uso delle armi. V, 02/09/2016, n.4154. Per opporsi al provvedimento del Questore occorrerà proporre ricorso al Prefetto. T.A.R. riguarda il rinnovo del porto d'armi, che mi e' stato diniegato. n. 535/2017. La singola violazione del codice stradale, per guida alterata dall’alcol, rappresenta un episodio isolato di scarsa rilevanza dalla quale non può conseguire automaticamente anche un divieto generale di detenzione delle armi e il mancato rinnovo della licenza di caccia. Angelo Greco e iscritta presso il Tribunale di Cosenza, N.G.R 243/2016 - N.R. Email (obbligatoria se vuoi ricevere le notifiche), Notificami quando viene aggiunto un nuovo commento. III, 26/10/2016, n.4488. Come sempre, partiamo dai concetti generali. Più nello specifico, il diniego poggia pure sul fatto che il richiedente risulta indagato e sottoposto a fermo di P.G. 7.3. Petition details. T.A.R. Ripeto che la legge non fissa criteri per stabilire quando, se e a chi concedere o meno la licenza di porto d’armi per cui i Prefetti italiani hanno ampia discrezionalità nel concedere o meno la licenza di porto d’armi.In conclusione lei avrà maggiori possibilità di ottenere la licenza quanto più dettagliata e documentata sia la dimostrazione da parte Sua della situazione di rischio concreto per la sua incolumità fisica che sta vivendo. DINIEGO PORTO D'ARMI PER DIFESA PERSONALE . | Codice Univoco: M5UXCR1 | IBAN: IT 07 G 02008 16202 000102945845 - Swift UNCRITM1590, Supporto legale 100% online per avviare e gestire la tua attività, Questo sito contribuisce alla audience di, Richiedi una consulenza ai nostri professionisti. ... Sei in Gweb+ OMICIDIO-SUICIDIO Il marito a cena con il figlio e un amico prima del delitto. Il Ministero dell’Interno si è costituito in giudizio depositando documentazione e memoria difensiva, chiedendo il rigetto del ricorso; evidenziando, tra l’altro, che un’analoga istanza (per il rinnovo della licenza di porto d’armi per l’esercizio della caccia) era stata presentata alla Questura di – omissis – nel 2012 dalla sig.ra – omissis -., all’epoca convivente nel nucleo familiare del padre della ricorrente, ma che anche in quel caso l’interessata, per tutte le incombenze amministrative relative alla pratica, si era presentata in caserma accompagnata dal padre dell’odierna ricorrente, benchè questi avesse già trasferito la propria residenza a Torino. I provvedimenti inibitori in materia di armi possono essere legittimamente applicati anche nei casi in cui, pur non potendosi imputare direttamente nulla al titolare delle armi, vi sia una situazione di fatto che rende le armi stesse liberamente accessibili ad un terzo (convivente o meno) nei cui confronti vi siano fondate ragioni di sospetto.

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