58), in una collezione privata italiana, recante un’iscrizione sul tergo datata 1625, che ne conferma la provenienza dalla vecchia chiesa petriana28. Giotto di Bondone, conosciuto come Giotto, raggiunge precocemente la maturazione di uno stile autonomo e Il tono generale della narrazione è ispirato a un equilibrio che ha affascinato i critici di tutte le epoche, affannatisi a indagarne e spiegarne l’essenza più intima. Anche la fase finale dell’attività del maestro, dopo il rientro da Napoli, rappresenta un periodo di grande vitalità creativa, cui dovrebbe spettare un ulteriore vertice assoluto quale la decorazione ad affresco della cappella Bardi in Santa Croce a Firenze, sensibilmente legata dal punto di vista stilistico agli affreschi superstiti della cappella del Podestà al Bargello. Alcune scene, quali per esempio il Noli me tangere e la Maddalena comunicata da san Massimino e assunta in cielo (cat. I numerosi personaggi che animano gli episodi della Leggenda francescana appaiono sempre molto convincenti sul piano plastico e, soprattutto, ospitati in maniera perfettamente coerente nel contesto architettonico o paesaggistico. 20 a, b) posti sulle pareti laterali dell’arco trionfale della cappella segnino il vertice assoluto dell’illusionismo spaziale per l’epoca prerinascimentale. Si vedano poi: Dipinti romani tra Giotto e Cavallini, a cura di T. Strinati, A. Tartuferi, catalogo della mostra (Roma), Milano 2004; Tavole miracolose. Il pittore fiorentino fu affiancato nel far ciò da altre notevoli personalità artistiche dell’epoca: in primo luogo dallo scultore Nicola Pisano, che anzi conseguì per primo il recupero della naturalezza espressiva, riallacciandosi in maniera più marcata e letterale all’arte antica. 15, in Giotto e compagni, a cura di D. Thiébaut, catalogo della mostra, Paris-Milan 2013, pp. Eppure, se si ha la pazienza di andare oltre questa prima impressione, si possono riscontrare agevolmente numerosi elementi di continuità fra i due cicli, non soltanto sotto il profilo morfologico, ma anche per ciò che concerne la concezione naturalistica. Pertanto, ammettendo che gli affreschi della cappella di San Nicola – o, per essere più precisi, le ridotte porzioni di autografia giottesca in essi riscontrabili – siano databili indicativamente al volgere del secolo, il fondamentale, fruttuoso soggiorno riminese dovrebbe cadere nel biennio 1300-1302. Questa fase segna il superamento dell’austero «classicismo padovano», dopo il quale l’artista sembra interessato ad approfondire le possibilità espressive offerte da un disegno più accurato ed elegante, da un modellato più morbido, nel quadro di una ricerca tendente a conferire una maggiore raffinatezza naturale alle scene rappresentate. 12 a, b), nella testata destra del transetto della basilica inferiore di San Francesco. 55, 56), entrambe con un angelo a mezzo busto nelle cuspidi triangolari, del Musée Jacquemart-André di Châalis. 25 a-l). Purtroppo, gli unici brani pittorici di questa vastissima impresa giunti fino a noi sono soltanto quelli recuperati negli strombi delle finestre della cappella Palatina. 11, in Giotto. 26 a-g) e delle Virtù (cat. Tuttavia, ben più seria della polemica sul presunto panfiorentinismo filogiottesco della storia dell’arte, appare a nostro giudizio la considerazione relativa alle innegabili, pronunciate differenze stilistiche riscontrabili nelle diverse fasi dell’attività giottesca. C. Travi, Giotto e la sua bottega a Milano, in Giotto e il Trecento, cit. Se l’impostazione complessiva dell’opera appare ancora fortemente in debito nei confronti degli schemi compositivi e iconografici del tardo Duecento, la realizzazione pittorica è fondata su modelli visivi del tutto nuovi, specialmente sul piano della concezione spirituale e devozionale, ma anche dal punto di vista dell’espressione artistica: la Madonna si presenta come un’accostante e benevola matrona, forse ispirata all’antico, poiché in essa sembra ormai superato il riferimento ‘moderno’ ad Arnolfo, che aveva ispirato in prevalenza l’operare di Giotto negli anni della formazione. 24 Sul Polittico di Santa Reparata, cfr. 18 g-i); il Giudizio finale (cat. Taddeo Gaddi, l’allievo ufficiale di Giotto che, secondo quanto riferito da Giorgio Vasari nelle Vite, si formò nella sua bottega per ben ventiquattro anni, ne offrì verso il 1320 una delle derivazioni più precoci e puntuali nella Maestà frammentaria conservata nel Museo di Santa Verdiana a Castelfiorentino (Firenze), dipinta per la locale chiesa francescana. Nel 1311 Giotto è attestato di nuovo a Firenze, mentre nel 1313 nomina una persona di fiducia per recuperare alcuni oggetti personali rimasti a Roma, durante un soggiorno che dovette svolgersi probabilmente dopo la decorazione della cappella della Maddalena ad Assisi. Giotto e Petrarca all’ombra di Dante nel circolo “umanistico” di re Roberto a Napoli, ibid., pp. E ciò si realizza per la prima volta tra Assisi – nelle Storie di Isacco e nel Compianto sul Cristo morto, nei registri alti della chiesa superiore di San Francesco – e il natio Mugello – nel frammento di una Maestà oggi nella pieve di Borgo San Lorenzo –, in un lasso di tempo che s’immagina strettissimo, pressoché coincidente, intorno al 1290. 70) della chiesa di Santa Maria di Ricorboli a Firenze, spesso fin troppo declassata nel giudizio critico, in maniera solo in parte giustificabile a motivo del precario stato conservativo; essa potrebbe testimoniare invece un ulteriore complesso d’altare uscito dalla bottega di Giotto in questi anni37. 26 e, f). 10) in mezza figura della Collezione Berenson a Firenze, laterale di un polittico disperso, ancora fortemente connessa al momento stilistico assisiate. Visualizza altre idee su arte gotica, storia dell'arte, san francesco. Rispetto all’evidenza plastico-strutturale di timbro fortemente innovativo delle opere più antiche – quali la Croce dipinta di Santa Maria Novella o la Maestà di San Giorgio alla Costa – nel Polittico di Badia e nel Crocifisso di Rimini affiorano stupendamente i caratteri del primo classicismo giottesco. 47 g) raggiungono esiti di prospettiva empirica che certamente sono da riconoscere fra i più avanzati di tutto il secolo. In essa è da riconoscere verosimilmente l’importanza di quella componente ravennate, derivata dall’incontro con gli stupendi cicli musivi della civiltà bizantina, di cui hanno discusso gli studiosi a proposito di questa fase del percorso giottesco. 1) risulta straordinariamente intercambiabile sul piano dello stile con le Storie di Isacco, le altre due opere fiorentine di questi anni, vale a dire la Croce dipinta (cat. La figura del Cristo crocifisso è replicata quasi alla lettera nella piccola Crocifissione del Musée des Beaux-Arts di Troyes, uscita certamente dalla bottega di Giotto nel medesimo momento e, con ogni verosimiglianza, valva di un dittico appartenente a un membro dell’ordine francescano, data la presenza del Serafico ai piedi della croce31. In realtà gli affreschi Bardi appaiono caratterizzati soprattutto da una fortissima omogeneità stilistica, superiore perfino a quella riscontrabile nella decorazione della cappella degli Scrovegni a Padova. 143-155; V. Pace, Ingiustizia, lussuria e disordine sociale: la condanna della sessualità nel Giudizio Universale della Cappella dell’Arena a Padova, in «Iconographica», VIII, 2009, pp. 11) conservato alla Galleria degli Uffizi a Firenze, specialmente dopo l’intervento di restauro concluso nel 2009, che ha sollecitato una puntualizzazione sulla data di esecuzione dell’opera, da restringere probabilmente entro l’ultimo lustro del Duecento7. Bellissima la figura di Santa Chiara (cat. 3, in Giotto e il Trecento, cit. 10 a, b, in Giotto. endobj 10 A. Tartuferi, Il restauro del Polittico di Badia, cit. La decorazione illustra alcuni episodi salienti della vita di san Francesco e si articola principalmente su un lunettone in alto e due grandi riquadri rettangolari su ognuna delle due pareti (cat. I sette dipinti presentano composizioni ispirate a una sobria essenzialità, che contribuisce a esaltare maggiormente i brani di pittura sublime di cui sono ricche: ad esempio, la suprema raffinatezza e la straordinaria plausibilità spaziale del ciborio nella Presentazione al Tempio, oppure la spazialità stupefacente esibita nell’Ultima cena e nella Pentecoste, nonché il superbo pathos espressivo delle figure umane e divine nella Crocifissione 32. Ciò è attestato in maniera evidente dal bel Crocifisso (cat. Quest’ultimo era uno dei membri più influenti della curia pontificia, oltreché fine letterato, e mantenne contatti con gli artisti più in vista del tempo: da Pietro Cavallini a Giotto e, presso la corte di Avignone, con il Maestro del Codice di San Giorgio e Simone Martini. alla nota 20, pp. La poderosa, onnicomprensiva incorniciatura illusiva che caratterizza la decorazione assisiate lascia il posto nella cappella dell’Arena a una raffinata ‘griglia’ d’impronta più decorativa e meno aggettante, forse non soltanto a motivo delle dimensioni notevolmente più ridotte dell’ambiente. alla nota 17, passim. alla nota 1, II, p. 176; T. Bohl, cat. Ormai sulla cinquantina, la sua fama era a quel tempo sconfinata: omaggiato da pontefici, grandi ordini mendicanti e facoltosi committenti privati. Come è stato rilevato giustamente da più di uno studioso, le parti autografe di Giotto appaiono oggi piuttosto marginali poiché furono le prime ad essere dipinte dal grande artista, che poi lasciò l’esecuzione del lavoro nelle mani di due fedeli collaboratori, i cosiddetti Maestro di San Nicola e Maestro Espressionista di Santa Chiara, alias Palmerino di Guido. 23, in Florence at the Dawn of the Renaissance, cit. Se il frammento di Borgo San Lorenzo (cat. I dubbi consistenti avanzati in passato dai critici sulla completa autografia giottesca dell’opera, nonché sulla sua strettissima dipendenza stilistico-cronologica dagli affreschi Scrovegni si sono oggi del tutto dissipati, soprattutto a seguito del restauro a opera di Pinin Brambilla Barcilon (1995). 158-159, dove tuttavia si attribuisce a Giorgio Bonsanti un’opinione in merito alla collocazione cronologica dell’opera non corrispondente al vero, errore del quale sono lieto di poter fare ammenda in questa sede. 72 a) molti anni più tardi sulla parete di fondo della cappella Bardi, nella basilica di Santa Croce a Firenze. 35-42; C. D’Alberto, cat. 39-45; A. Tartuferi, cat. 35 c) in uno dei tondi della volta, oppure la scena con Maddalena portata in cielo dagli angeli (cat. 39 Per gli affreschi del Bargello e i restauri eseguiti nel 2004 si veda ora E. Neri Lusanna, La bottega nel cantiere: il ciclo giottesco della cappella della Maddalena e il Palazzo del Podestà a Firenze, in Medioevo: le officine, cit. 18, in Giotto e compagni, cit. Su questo punto, tuttavia, nutro da tempo una sostanziale perplessità, poiché il rapporto di desunzione diretta della miniatura dalla cimasa della croce giottesca appare tutt’altro che indiscutibile. 225-239; Il polittico di Giotto nella Pinacoteca Nazionale di Bologna. Il luogo di nascita del fondatore della visione moderna occidentale in pittura non è certo, tuttavia appaiono entrambi plausibili, secondo gli studi più recenti, sia il borgo di Vespignano in Mugello, sia il centro della Firenze pulsante di artigiani e di commerci. G. Ragionieri, cat. 164-165; P. Di Simone, cat. alla nota 1, II, pp. Accertamenti tecnici relativi agli strati preparatori hanno indotto a escludere – contrariamente a quanto ritenuto generalmente da molti anni –, che lo splendido Santo Stefano (cat. Appare assai plausibile l’ipotesi che l’esecuzione di tale impresa sia da riportare agli anni della legazione umbra del cardinale Napoleone Orsini, vale a dire tra il 1300 e il 13019. 16, in Giotto e il Trecento, cit. alla nota 1, II, pp. Nell’ottobre del 1320, nel gennaio del 1322 e tra il 1325 e l’anno seguente Giotto è documentato a Firenze. 45-60; Id., I giotteschi, supplemento ad «Art e Dossier», 283, Firenze 2011, pp. 57 a-b) o nella Madonna col Bambino in trono fra santi e figure allegoriche delle Virtù (cat. 40 a-c) e di san Giovanni Evangelista (sulla parete destra; cat. La cappella della Maddalena segna una tappa importante negli sviluppi del linguaggio giottesco, in cui l’artista pone le premesse – soprattutto sotto il profilo cromatico e della stesura pittorica – per la vasta decorazione del transetto e delle vele della crociera della basilica inferiore di San Francesco.

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