528 (Pubblicazioni e spettacoli osceni), Art. Si confonde inoltre spesso la laicità con una posizione morale. Si confonde inoltre spesso la laicità con una posizione morale. Il primo nel Defensor pacis teorizzava l'assoluta laicità dell'Imperatore, essendo il suo potere derivato dal popolo, inteso come la melior e sanior pars di esso. Nel suo ultimo volume riprende e amplia questa tesi: «Il fatto più significativo è lo sganciamento della morale e dell’autorità dello stato da qualsiasi allusione a un significato ultimo. Significato di etica applicata A partire dagli anni ’70 si è poi iniziato a parlare di etica applicata, incentrata non su una riflessione di tipo generale, ma strettamente correlata a problematiche specifiche, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico e scientifico, verso i … In altro senso laico è chi impone agli altri la propria visione agnostica della realtà. Definizione e significato del termine laico 113, ed è esclusivamente riferita alla Santa Sede e alla Chiesa Universale). Italialaica vuol essere, lo dice la testata, il giornale dei laici italiani, espressione quindi di un valore, la laicità, che noi riteniamo debba stare a fondamento delle istituzioni repubblicane, così come sono state concepite dalla nostra carta costituzionale. Nella moderna Chiesa Cattolica una persona laica è un fedele, un credente non ordinato: si tratta di tutti coloro che sono stati battezzati e che quindi sono cattolici, ma non sono diaconi, presbiteri o vescovi. A questa connotazione negativa e agnostica della laicità si contrappone quella propositiva del filosofo Dario Antiseri, per il quale una società può dirsi laica «quando a nessuno e a nessun gruppo portatore di una specifica tradizione è proibito di dire la sua, ma dove nessuno e nessuna tradizione è esente dalla critica nel pubblico dibattito. La laicità, per estensione, si configura anche come assenza di un'ideologia dominante nell'opera di governo di uno Stato, e come equidistanza dalle diverse posizioni religiose ed ideologiche presenti, quindi senza principi in base ai quali determinare il proprio agire. Nel medioevo il potere politico era fortemente intriso di carica sacrale, rispettoso dell'autorità spirituale prerogativa della casta sacerdotale e del legittimo potere temporale dei regnanti. [dal lat. Si dice anche talvolta di cosa che è nella coscienza di tutti (o soltanto nell’opinione di chi parla), anche se non corrisponde a una realtà di diritto; così nelle frasi: Milano è la capitale m. d’Italia; il vincitore m. di una gara, l’atleta che avrebbe meritato di vincerla, e che ha perduto solo per circostanze sfortunate. Alla ieratica superiorità papale, ribadita da Bonifacio VIII con la bolla Unam Sanctam, si opposero dei tentativi di conciliazione, come il De Monarchia di Dante Alighieri, che vedeva in Dio la superiore fonte di qualsiasi diritto e auspicava energicamente la separazione dei poteri temporali e spirituali, o come gli studi di Pierre Dubois e Guglielmo di Nogaret, che teorizzavano l'autonomia del potere regio da qualsiasi altro potere, sia religioso, sia extraterritoriale (come l'Impero rispetto ai singoli monarchi europei). In questo caso si registra la proposta di introdurre anche l'insegnamento di altre culture religiose. Giovanni Fornero ha distinto fra due accezioni di fondo del termine "laicità": una larga (o debole) di tipo metodologico-formale, comune a credenti e non credenti e propria dello Stato pluralista, e una ristretta (o forte) di tipo ideologico-sostantivo, propria dei non credenti [5], che coincide col laicismo. ◆ Avv. a quelle della vita vegetativa: il m. influisce sul fisico. Fra i principali modi in cui si è concretizzato il principio di laicità dello Stato, troviamo i casi di Francia e Turchia in cui la laicità è intesa come principio assertivo, laicità attiva in cui lo Stato rifiuta e opera attivamente contro la visibilità pubblica della religione; e la laicità passiva di Stati Uniti e altri Paesi in cui lo Stato permette la pubblica professione di qualsiasi religione, senza una preferenza particolare. 527 e 529 (Atti osceni), Art. Un sovrano che si rendeva nocivo al suo popolo poteva quindi essere lecitamente disubbidito, quindi la delega popolare ad esercitare il potere non era mai assoluta, ma condizionata al buon governo. Con riferimento al rispetto delle norme morali, cioè al comportamento soprattutto di una collettività: m. rigida, m. rilassata; doppia m., espressione che è stata usata a designare l’atteggiamento e il comportamento di sette o di correnti religiose le quali, mentre esigono che il singolo, nella sua interiorità, rispetti le istanze più severe della morale, nello stesso tempo, inserendolo in un sistema di rapporti sociali e politici, gli impongono di adeguare la sua condotta esterna alle esigenze della società, comunque egli senta nell’interiorità della coscienza; m. professionale (più com. [di persona, comportamento, ecc., che rispetta i princìpi ritenuti... Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati. Si riscontrano punti di vista diversi sul significato dei termini 'laicità e "laicismo"[4]. Tuttavia come ci possono essere persone che pur aderendo a un credo religioso si professano laiche, quindi contraddittoriamente rigettano la morale del credo religioso al quale ipotizzano di appartenere, è anche possibile che esistano degli atei non laici, ovvero che ritengono che il proprio punto di vista debba essere assolutizzato. Molti studiosi hanno allora posto il problema della regolamentazione dello sviluppo degli studi scientifici sia in fase di ricerca sia in quella di utilizzo. In realtà la laicità non detta linee di condotta morale, ma è un principio agnostico che le rifiuta, pretendendo che posizioni diverse talora inconciliabili, in particolari diverse posizioni morali e religiose, possano convivere. 8) né in una legge morale naturale, 9) né in una legge eterna di Dio, 10) né in precetti etici assoluti capaci di fungere da fondamento oggettivo o immutabile dei nostri comportamenti . In quest'ottica lo Stato e le confessioni sono considerati ambiti completamente separati. Le due parole: Etica e Morale, sono da molti considerate sinonimi, ed in realtà possiamo analizzare solo le sfumature di significato che le caratterizzano. La maggior parte dei dizionari della lingua italiana come il De Mauro o lo Zingarelli, in accordo alla definizione storica del termine laicismo, considerano i due termini come sinonimi, o meglio, definendo il laicismo semplicemente come la corrente di pensiero che rivendica la laicità. moralis, der. Laica, non atea L’insegnamento della morale laica nelle scuole è già una realtà in diversi paesi d’Europa. I laicisti, secondo questo uso del termine, vorrebbero escludere dalle scelte pubbliche, e a volte dal dibattito pubblico, argomenti di origine confessionale, o argomenti difesi da esponenti ufficiali delle confessioni religiose. La morale laica non è un sistema di valori contrapposto ad un altro, ma è la dimensione della libertà, ovvero il regno della libertà nella reciprocità delle libertà. di mos moris «costume», coniato da Cicerone per calco del gr. In altri termini come osserva Papa Benedetto XVI “si parla di pensiero laico, di morale laica, di scienza laica, di politica laica. Ma, nel linguaggio moderno, per morale laica s'intende una morale “non confessionale”, che non faccia riferimento a nessuna forma di teologia morale. PERSONA LAICA: SIGNIFICATO. Se l’ideale morale è la moralità l’eticità politica e giuridica si ferma per Kant alla legalità morale come adesione formale esteriore alla legge morale. (che implica la considerazione di una morale universalmente valida): cosa contraria alla m.; gente senza m., amorale; le norme, i principî, i dettami della morale. d. Nel linguaggio giur., ente m., corpo m., persona m., denominazioni che apparivano nella codificazione civile italiana del 1865 per designare la persona giuridica; assenti nella codificazione attuale, permangono solo in alcune leggi speciali (l’espressione persona m. figura nel Codex juris canonici del 1985, can. Di aborto non si parla quasi mai. L’etica si sofferma sul senso dell’esistere dell’uomo, sul suo significato profondo etico-esistenziale, sulla vita di ogni singolo individuo e dell’universo che lo circonda. La possibilità di avvalersi o meno dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche. L'etica, o filosofia morale, invece è la dottrina filosofica che ha per oggetto queste regole e questi valori e unisce un aspetto descrittivo, della condotta morale e dei valori di fatto a cui si ispira, a un aspetto normativo con l'indicazione dei valori e dei criteri che dovrebbero essere seguiti. In senso morale indica l'apertura, da parte dell'individuo, a punti di vista svincolati dall'autorità religiosa ritenuta depositaria di un diritto divino, ma non necessariamente contrari ad essa. Al seguito di Ludovico lavorarono i primi teorici della laicità dello Stato: Marsilio da Padova e Guglielmo d'Ockham. Nel significato originario del termine, ancora utilizzato in ambito religioso, il laico è un fedele della religione non ordinato sacerdote o non appartenente a congregazioni religiose. Per esempio, si sostiene spesso che alcuni dei temi su cui la morale laica e quella religiosa entrano in conflitto si dovrebbero ricondurre al bilanciamento tra difesa della vita ed interessi degli individui coinvolti. Con uso assol. Laico è, in questo senso, chi ritiene di poter e dovere garantire incondizionatamente la propria e l'altrui libertà di scelta e di azione, particolarmente in ambito politico, rispetto a chi, invece, ritiene di dover limitare la propria libertà secondo gli ammaestramenti dell'autorità di un credo religioso. Nessuna formula o definizione, però, potrà portare a identificare ciò che è giusto o sbagliato, valido per tutti gli individui di ogni tempo e luog… di mos moris «costume», coniato da Cicerone per calco del gr. Laico: Che non fa parte del clero. dell’espressione, v. più avanti, al n. 1 e); coscienza m., consapevolezza del valore morale del proprio agire, anche come principio dell’operare; persona m., l’uomo in quanto capace di discernere e di operare bene o male; qualità m.; perfezione m.; indifferenza m., mancanza di senso morale. a immorale e amorale). a. Relativo ai costumi, cioè al vivere pratico, in quanto comporta una scelta consapevole tra azioni ugualmente possibili, ma alle quali compete o si attribuisce valore diverso o opposto (bene e male, giusto e ingiusto); libertà m., capacità di scegliere e operare, assumendosene in coscienza la responsabilità (responsabilità m.), in accordo con principî ritenuti di valore universale o contro di essi; senso m., la capacità di distinguere ciò che è bene da ciò che è male, ritenuta presente in misura maggiore o minore in ogni uomo, innata oppure acquisita con l’educazione e l’esperienza (per altro sign. In altri termini come osserva Papa Benedetto XVI “si parla di pensiero laico, di morale laica, di scienza laica, di politica laica. Con Marsilio da Padova e Guglielmo da Ockham si ebbero i fondamenti del potere statale inteso in senso moderno[2].