Idee sì, tante, ma nessuna militanza, nessuna tessera in tasca. Un evento davvero epocale in grado di cambiare il corso delle cose, di segnare la coscienza di un intero popolo per alcuni decenni. Simone si chiama come me. Quelli leggeri però, quelli con le foto in tv, con una battuta, con la forchetta che affonda nella pizza o in un piatto di pasta. A cui va un plauso perché ha messo nero su bianco il diario di Simone, le sue speranze, l’affetto delle persone che gli sono accanto nel suo lungo percorso – ancora non terminato del tutto – di malattia. Spero solo che qualcuno capirà, che qualcuno capirà davvero che, in fondo, puoi chiamarla come vuoi, si può ritrovare in un libro che si chiama “Fiorire d’inverno”, “Io splendo” , “Storie di tenacia e tenerezza”, ma alla fine – stringi stringi – quell’energia, quella vitalità, quel modo di affrontare le situazioni va oltre ogni contingenza. Tutte le notizie in tempo reale solo sul sito TgCom24.it. Con un clamoroso cambio di passo: dal suo allontanamento volontario si passa, ora, ad ipotizzarne l’omicidio. Credo quindi sia il momento di un bilancio, di una riflessione. Cancro, quello che “alla gente non piace”. Simone ha aggiunto una parola tra il suo nome e il suo cognome, su Facebook. In alto c’è un “domani” in blu, in basso “abbraccio” in giallo.Spicca, di viola, un grande “perché”.E poi al centro, tutto di seguito come fosse un hashtag senza respiro, “tenaciaetenerezza” color carta da zucchero. Attraverso le foto, i video. “Qualcuno nel mio taxi ha lasciato una borsa con tre blocchetti di assegni” dice Francesco. I migliori video di Cronaca, Politica, Spettacolo, Motori, Animali provenienti da tutto il mondo. E in fondo può essere utile, tanto, a chi quella “storia vera” la ascolta. Ero convinto, davvero, che la “solarità”di questa ragazza (che da sola non basta, chiaramente, ma va accompagnata con cure serie), questo suo esempio  di vita potesse colpire. Oltre ogni sfortuna, incidente, lacrima. “Sentiamo questa notizia”. E invece no. Il paragone è senza dubbio di facile presa ed efficace da un punto di vista comunicativo: evocativo di grandi sofferenze e – al superamento della crisi – di grandi speranze. Il primo pensiero va al bambino, di cui tutti noi abbiamo parlato, immaginandolo, ricostruendone pensieri e vita attraverso i racconti di familiari e amici. Dopo un tortuoso cammino processuale si è arrivati finalmente ad una prima verità, una sentenza di colpevolezza pesante come un macigno: trent’anni di carcere e il marchio infamante di madre assassina per Veronica Panarello. Ma in loro ho ritrovato – pur con le dovute differenze – un tratto comune: la tenacia, la tenerezza, la luce, la voglia di continuare a fiorire e sorridere laddove possibile. I post, i social network, già. E quando ho scritto: “a ottobre uscirà “Io splendo”, il libro scritto con Patrizia Malena di cui vi ho parlato”? #m5s #primarie”. E allora scusa, te la posso fare una domanda? L’unica banalità ammessa è che “bisogna conoscere il passato per vivere al meglio il presente e progettare il futuro”. Chiedo perdono ai lettori se per la prima volta in tutti questi anni di articoli e servizi in tv mi sono autocitato, se ho scritto di getto preso dalla rabbia nel leggere tanta ipocrisia a proposito della povera Nadia Toffa. Hanno sentito la parola cancro e hanno gentilmente declinato l’offerta, forse non volevano mettere il cappello, la faccia, su un argomento del genere. Dal 6 agosto successivo l'edizione delle 19:00 torna su Italia 1 e alle 24.00 su TGcom24. Cercatelo), nonostante questo aveva ricevuto centinaia di insulti su Facebook. Quanti “like”, quanti commenti credete che siano arrivati? Eppure a leggere i commenti sui social di chi non ha avuto – per sua fortuna – ricadute economiche o occupazionali da questa emergenza, sembrerebbe di leggere diari di guerra: chi si dispera per la mancanza dell’aperitivo, chi impreca per lo jogging vietato, chi si danna l’anima parlando di una limitazione della democrazia e della libertà. Anche con la spada di Damocle della morte sulla sua testa, da tanti anni. Questo sito utilizza cookies tecnici e di terze parti anche per inviarti pubblicita' ed utili alle finalita' illustrate nella cookie policy. Anche da una stanza di ospedale, anche dalla chemioterapia. Quel bambino ha visto – questo ci dice la sentenza, ora – sua madre mentre lo uccideva. Studio Aperto è il notiziario di Italia 1. Era molto, molto di più. Ma perché di Napoli e dei tassisti si parla sempre male e una volta che c’è una buona notizia, non ne parla nessuno?”. Meriterebbero un capitolo a parte per la loro capacità di essere – anche in queste occasioni – uno specchio della società, dei suoi peggiori istinti: a volte i miei post sui social hanno centinaia di condivisioni, migliaia di visualizzazioni. Ed ecco che Francesco Boccia – sì, come il deputato Pd – 34enne dai Quartieri Spagnoli si apre come un libro aperto a metà strada tra il romanzo di formazione e l’epopea verista: in ogni caso un libro che parla della sua vita, a partire dal motivo di orgoglio degli ultimi giorni, quella “buona notizia”. Poco importavano i miei tentativi di spiegare come l’approccio di questa ragazza – come la nostra amica Nadia – fosse improntato ad una sorta di strano “umorismo nero” messo in atto per salvarsi dal buio. Ecco a voi la sigla di apertura e di chiusura di TGcom24. Di prepararsi perché – come con Nadia Toffa che aveva parlato di “un dono” a proposito del suo cancro che le aveva “insegnato” a vedere la vita in un altro modo  – su di lei si scateneranno gli haters, i leoni da tastiera? Quindici anni di speranze e di attesa per Guglielmo Mollicone, il padre di Serena, ritrovata senza vita e con il volto coperto da un sacchetto di plastica il 3 giugno del 2001 in un bosco a pochi chilometri da Arce, il paesino vicino Cassino in cui viveva e da cui era scomparsa due giorni prima. Figli e nipoti senza memoria dunque. Finché una prima casa editrice è rimasta folgorata da questa ragazza unica, e poi un’altra persona (Elisabetta Sgarbi di Baldini+Castoldi) ha creduto in Malena. Lei, pensate, il suo mesotelioma l’aveva chiamato Josè. “Un orologio di lusso, roba da tremila euro come questo qui” sorride mostrandomi foto scaricate da internet, prezziario mondiale consultabile con un clic. E ogni tanto, ancora oggi, scrive nei suoi post – finora indecifrabili se non per due o tre amici -, “Josè forse sta tornando”. Melissa Satta ancora in festa, a zonzo con le amiche fa shopping in gioielleria, Andrea Iannone e la figlia di Umberto Tozzi, tete-a-tete romantico, Diletta Leotta e Can Yaman a cavallo, nuova foto insieme, Belen finalmente mostra tutta la sua “pancita”, Cecilia Rodriguez sfodera il topless sui social, Fiocco azzurro nella Casa reale inglese: la principessa Eugenia ha partorito un maschietto. È vero, inutile negare che oggi c’è una parte d’Italia “in prima linea al fronte”: medici, infermieri e tutte quelle categorie a rischio e impegnate in una lotta quotidiana contro il coronavirus. Invece aveva ragione quella voce al telefono: nonostante io avessi già pubblicato con case editrici importanti, nonostante “decine di migliaia di follower” tra i vari social (sicuramente efficace in questo mondo, lo so benissimo e la cosa mi è tornata “utile” ai fini di altre pubblicazioni, ad essere onesto), nonostante un lavoro pubblico in tv – nonostante tutto, c’era tra le righe di quel libro che proponevo quella parolina maledetta: cancro. Ci sono giocatrici professioniste, mogli di, fidanzate di ed ex fiamme di professionisti sul Tour. Sorrido. Si tratta di Paige Spiranac compresa e di tante altre. “Guarda Nadia Toffa…Non ha venduto come si sarebbe immaginato, con il suo libro… il cancro non piace alla gente, lascia perdere, fidati… Cambia argomento”. Ti fa aprire gli occhi e ti fa, davvero, splendere, per te e per chi ti sta accanto. Anche se non possono più ballare come prima, come Patrizia ad esempio, senza un polmone e con altri problemi che rendono incerto il suo prossimo futuro, purtroppo. Ebbene, in quell’occasione, nonostante Davide avesse destinato i ricavi del libro ad un fondo vincolato intestato all’unico figlio rimastogli (e poi, sapete quando guadagna un autore da ogni copia venduta? Dal 10 settembre 2018 l'edizione delle 14:00 su Italia 2 viene cancellata; stessa sorte tocca anche a quella delle 19:00 su Italia 1, che dal 3 giugno 2019 al 22 marzo 2020 viene sostituita da Studio Aperto MAG. Tutto mi sembrava perso, credevo che quel libro non avrebbe mai visto luce, mi ero rassegnato a pensare che “il cancro non deve esistere, bisogna vergognarsene e basta, forse sono io a sbagliare cercando di volerne parlare”. Ma, davvero, non facciamo paragoni tra  una guerra vera e questa emergenza sanitaria. Vi ricorda qualcuno? Ma per favore, non paragonate questo 25 aprile alla Seconda guerra mondiale, Su Nadia, sul cancro, e su quell’argomento che le case editrici non vogliono, una vicenda che i miei lettori conoscono bene, L’incredibile storia del mio amico, quasi Premier a Cinque Stelle, L’influencer positivo: contro il cancro con #tenaciaetenerezza, Serena Mollicone: anniversario con speranza, “Le più belle frasi di Osho”, quando la satira su Facebook incontra un santone indiano, Il padre di Loris e quello sguardo impossibile da dimenticare, Perché la vita continua, è bellissima “e non mi posso lamentare”. Banale, è vero. Mentre i nipoti o i figli sconsiderati portavano in casa la malattia dopo gli apericena pur sconsigliati dal Governo, “perché tanto è una cosa che riguarda solo i vecchi”. A questi “partigiani dei social” bisognerebbe ricordare che “quella” guerra, quella terminata 75 anni fa, venne combattuta dai soldati al fronte ma anche da un intero popolo non per qualche mese ma per cinque anni. Nonostante tutto. Con una eccezione, che mi piace citare – come esempio per fortuna positivo – cioè quella di un altro ragazzo di cui ho scritto già due volte qui su Tgcom: Simone Mori. Ha passato la trentina, ma non da troppo (credo), come me. Quella parola è quasi uno slogan, un hashtag, come quelli che si usano soprattutto su Twitter, come quelli che utilizza Matteo Renzi per comunicare la svolta buona. Ecco i migliori secondo noi. Perché la verità, la realtà, non sempre piace, sparata in faccia con i suoi spigoli che possono fare male. Sbaglio. Mi sono limitato a raccontarle una mia esperienza passata, di quando cioè ho pubblicato un libro con Davide, il papà di Lorys Stival (un libro credo e spero delicato, in cui non c’è spazio per il minimo particolare macabro né su gossip che riguardino Veronica Panarello). E probabilmente lo erano anche ad altre migliaia di persone che hanno deciso di fiorire d’inverno o di splendere quando ballano. Quello che “anche nel caso Nadia Toffa ha suscitato troppe discussioni… quindi non la citare, evita…”. Reggetevi forte, perché se me l’avessero raccontata, avrei creduto che questa storia incredibile fosse la trama di un film. People. In troppi si trasformano in detective senza averne né il ruolo né gli strumenti necessari per sostenere alcune teorie, spacciando spesso proprie supposizioni per verità inconfutabili. Qualcuno che fino all’ultimo ha condiviso i suoi sorrisi in tv e sui social? Poi basta. Vi abbraccio forte ‪#‎Forzaecoraggio . Di non guardare i social? Un abbraccio a tutti di vero cuore”. O forse, più semplicemente, veri. Mai ho visto – tranne forse con la vicenda Bossetti – orde di innocentisti e colpevolisti fronteggiarsi in accuse reciproche e cattiverie, attacchi frontali che non lasciano a terra la verità ma solo vite rovinate. Ma questo purtroppo non è un film, è tutto vero e siamo nella “realtà 2.0” più pura. Mi piace: 7933. Moda, Intimissimi primavera estate 2021: le proposte per San Valentino, Moda, sneakers uomo 2021: 10 modelli top da copiare a LeBron James, Luca Nichetto. Guarda tutti i video pubblicati da Tgcom24! E invece no. Un pezzo da novanta. Qualcosa di brutto, qualcosa di indicibile. Nel ricco 2020 se ne sono andati, quegli anziani che da poco più che bambini avevano fatto la guerra, mentre nessuno aveva pensato per tempo di fortificare le loro trincee, le Rsa. Simone ora ne ha qualcuno in meno, ma ricresceranno. Su Sky Sport le ultime notizie sportive live, risultati in diretta e video di calcio, f1, motogp, tennis, motori e tanto altro. Oppure gli faceva troppo male parlarne, non lo so. Uno di quelli “giovani” e di controcultura, che si prendono gioco della realtà per raccontarla, dissacrarla. E per sottolineare il tutto, ogni volta che spedivo il  manoscritto in giro allegavo anche il link del suo profilo instagram (https://www.instagram.com/mepaa81/?hl=it )  che di energia ne sprizza in ogni foto. E per di più il rischio è davvero che si finisca per trasformare la Liberazione dal nazifascismo in una più generica e buonista “Liberazione da tutti i mali”. Perché ti infonde forza, ti dà una speranza, anche quando purtroppo non ce ne sono più. Sono sei le giornaliste che saranno ospitate nella “tre giorni” in rappresentanza di Tgcom24, sezione turismo, Touring Club Italiano, il mensile cartaceo ed on-line Bartu, Cosmopolitan, Qn: il Quotidiano nazionale che raggruppa Il Giorno, La Nazione e Il Resto del Carlino; Thetravelglobe.it, Sensidelviaggio.it. Chi ha avuto l’onore di conoscere dei partigiani di diverso credo politico (rossi, bianchi, gialli), sa che in fondo c’era un unico comune denominatore: la voglia di tornare liberi, di pensare al futuro, con entusiasmo. Fino ad oggi abbiamo dedicato post alle singole giornaliste ma troviamo interessante provare a fare un elenco e una lista definitiva (aggiornata alla fine del 2019) delle giornaliste Sky inziando dale giornaliste di Sky TG24. Anni di dispute legali, di sofferenze e lettere d’amore mai inviate ma confidate alle amiche. Dopo aver chiuso l’accordo con la casa editrice mi sono scontrato con un’altra “bestia nera”: la prefazione. Ricordo benissimo quando mi sono sentito rispondere per la prima volta in questo modo da una persona che sarebbe un eufemismo definire solamente esperta del settore editoriale. Perché Simone ha un linfoma, che io fortunatamente non ho, e lo affronta aprendosi al mondo, raccontandolo senza eroismi e senza pietismi. Sentite qua: il mio migliore amico ha 37 anni, una laurea Dams in tasca, un lavoro come attore e gestore di un teatro, una fede al dito, moglie e figlia. La “storia vera” che avevo intenzione di pubblicare è una vicenda che i miei lettori conoscono bene, perché con quella ho inaugurato il mio blog su Tgcom nel 2014, e anzi già prima – quasi dieci anni fa oramai – ne avevo parlato in un reportage realizzato per Verissimo. È a suo modo una fede. “Uaaa, davvero il giornalista? “Se la febbre non passa, mercoledì mi ricovereranno. Siamo d’accordo, fa bene Mattarella a dire che ci sarebbe bisogno dello stesso spirito. A loro bisognerebbe ricordare che in quella Italia in ginocchio si veniva da due decenni e rotti di dittatura in cui la parola libertà non era neppure contemplata. Simone ora è “Forzaecoraggio”. Nomi di medici che vorremmo aver avuto, di fratelli di sangue e acquisiti. Dal 2019: dal ritorno di Ragusa all'inglobamento in NewsMediaset. La strada diventa un po’ più difficile ma come sapete io non mollerò mai. Persino minacce di morte al figlio piccolo. Come pure per il pezzo forte del lotto lasciato, anche lui, sul sedile del taxi. Le sexy giornaliste che mandano tutti nel pallone - Logo Mediaset ... Tgcom24. Perché in fondo non avevo capito bene le critiche che aveva ricevuto la mia collega Nadia per il suo, di libro, quello in cui parlava della propria malattia. Decine di parole, che formano – graficamente – una sorta di nuvola colorata, perfetta sintesi della vita di Simone Mori secondo l’algoritmo di uno dei giochini più diffusi di Facebook, “Le parole che io ho usato di più”, una sorta di summa dei nostri pensieri, delle speranze, delle opere e molte volte anche delle omissioni, cioè tutte quelle (di parole) che su Facebook spesso evitiamo di scrivere per non sembrare noiosi, meno interessanti o meno patinati. Quello da nascondere. In alto c’è un “domani” in blu, in basso “abbraccio” in giallo. Dopo quella guerra arrivò la ricostruzione di una Italia democratica, antifascista e pluralista, poi il boom economico. “Il giornalista…”, dico io, sguardo al finestrino e il timore del solito pistolotto sulla casta. I fatti che esporrò  – raggruppati per macro argomenti come fosse una sorta di piccolo vademecum a cui affidarsi – faranno riferimento solo ed esclusivamente a dati che ho letto in prima persona e ho raccolto dopo aver studiato assieme ai colleghi migliaia di pagine, intervistato centinaia di persone. Beati sorrisi! Celebriamo la Liberazione, la fine della Guerra. Sono passati due anni dalla morte del piccolo Lorys Stival, che di anni ne aveva appena otto, interrotti di colpo la mattina del 29 novembre 2014. E quelle sue poche parole – che ok, a suo modo erano un consiglio amichevole per evitarmi delusioni – avevano in realtà un senso chiaro e dilaniante: se vuoi scrivere un libro, lascia stare la malattia. Fatti nudi e crudi, basati solo su quanto letto e trovato nei documenti, come recita il “mantra” che vige nella redazione di Quarto Grado. Neymar e Chiara Nasti, nuova coppia del pallone? Sono convinto sia stata una “punizione eccessiva finita male” e non un gesto voluto, perché non riesco ad immaginare che una madre possa arrivare a tanto. Delle coscienze stravolte dal dramma della guerra ed entusiaste della Liberazione. “Il linfoma si è riacceso.Inizierò una nuova tipologia di chemioterapia nei prossimi giorni. Non c’è una ipotesi reale di snellimento della burocrazia, non c’è alcuna rivoluzione in vista, quale che sia la ricetta politico economica che si volesse applicare, se liberale o progressista a guida statale. Nel tardo pomeriggio di quel freddo martedì Silvana – un passato con problemi psichiatrici tenuti finalmente sotto controllo grazie ad una terapia rigorosa – si presenta a casa di Giovanna Rosica, la suocera, madre di Vincenzo Berghella, l’ex marito da cui è separata da anni. Nomi di parenti e amici che non abbiamo mai visto ma che da quelle pagine ci sembra quasi di conoscere. Succede però che il mio amico si chiami Marco Zordan. Ma ad ogni post serio, anche le volte in cui ho parlato in passato di lei, di Malena Patrizia, chiedendo di condividere, beh in quei casi i “like” e i commenti hanno latitato. Dunque mi permetto di “tirarla fuori” di nuovo spinto dal disgusto di quanto letto sui social in queste ore. Spinto dalla voglia di gridare al mondo l’ipocrisia che vige nel mondo dell’editoria e che – nel mio caso specifico – mi ha fatto ritrovare in mille occasioni il “mio libro” accostato a quello di Nadia. All'interno del telegiornale, oltre alle notizie di cronaca e politica, particolare attenzione è dedicata ad argomenti più leggeri, come gossip e life-style. Ma quella, non questa. Cosa dovrei dire a Malena Patrizia, di evitare di pubblicare foto su instagram mentre sorride, perché magari migliaia di idioti non andranno oltre il proprio naso, diranno che se ride non sta male, senza capire che a volte quel sorriso e quella condivisione social serve proprio ad esorcizzare il buio? A me sembra una cosa tragicamente forte e geniale. Ho contattato alcune persone famosissime – e che tutti voi conoscete – che stimavo. Come pure parlare e segnalare quella che a me – sarò stupido – sembra una genialata che questa ragazza si era inventata per staccare la spina dai pensieri negativi ogni tanto: dare un nome al suo cancro, per poterci parlare, per odiarlo, per maledirlo.