Non appena il poeta latino termina di parlare, si leva improvvisamente una voce verso la quale i due pellegrini si dirigono, finché si trovano davanti a una grande roccia alla cui ombra giacciono le anime dei negligenti, che, per pigrizia, si pentirono solo all'estremo della vita e che, per questo, devono restare nell'antipurgatorio tanto tempo quanto vissero. L'aspetto di questi penitenti è tale da suscitare in Dante la più profonda compassione: nel volto pallidissimo spiccano, profondamente incavate, le orbite degli occhi, il corpo appare di una magrezza spaventosa, tanto che la pelle, disseccata e squamosa, modella il loro scheletro. Il monte del purgatorio viene scosso solo in una occasione: quando una anima ha compiuto la sua purificazione ed è diventata degna di entrare in paradiso; contemporaneamente tutti gli spiriti penitenti ringraziano Dio con il canto del «Gloria». Al Poeta - continua Beatrice - toccherà il compito di riferire agli uomini ciò che ha udito. Il Canto Dante è approdato, primo uomo nella storia, sulle spiagge del Purgatorio; nemmeno Ulisse era riuscito in tale impresa. Allorché si accorgono che Dante è vivo, grande è la loro meraviglia, finché una di esse, che aveva tentato di abbracciare il Poeta, viene da questo riconosciuta: è l'anima di Casella, un musico e cantore amico di Dante. Infine ordina a Virgilio di cingere Dante con un giunco (simbolo d'umiltà) e di detergergli il volto da ogni bruttura infernale. Dopo essere entrati nel purgatorio propriamente detto, Dante e Virgilio iniziano una dura salita attraverso un sentiero stretto e ripido, che li conduce infine su un ripiano deserto, dove la parete del monte appare di marmo bianco, adorno di artistici bassorilievi. (((navigator.appName == "Netscape") && Continuando nel cammino, poiché il Poeta ha ricordato la triste situazione in cui si trova la città di Firenze a causa delle lotte interne, Forese preannuncia l'imminente morte violenta del fratello Corso, capo del partito dei Neri e uno dei principali responsabili delle discordie civili. Allorché Dante e Virgilio si sono allontanati da Ugo Capeto, un terremoto scuote all'improvviso il monte del purgatorio, mentre tutte le anime intonano il canto del « Gloria in excelsis Deo». Purgatorio Canto 1: Catone Uticense (vv. Un #Tag, un Pensiero non costano nulla ma ci ripagano dell’impegno. L'animo per natura è disposto all'amore, e ogni volta che la facoltà conoscitiva gli presenta una cosa piacevole, si dirige verso di essa: questa inclinazione è amore. Il Poeta, tuttavia, è tormentato da un dubbio, che il timore di riuscire fastidioso ai suoi due maestri gli vieta di esprimere. Guido del Duca pronuncia contro gli abitanti delle località (il Casentino e le città di Arezzo, Firenze e Pisa) percorse dall'Arno una dura requisitoria, accusandoli di avere abbandonato ogni virtù e, di avere trasformato la valle del fiume in un covo di malizia. Intanto un altro penitente, girandosi con penosa fatica sotto il masso che lo opprime, riconosce Dante, che ritrova così, nella prima cornice, l'amico Oderisi da Gubbio, famoso miniatore del tempo, Dopo avere ricordato che la sua fama è ora stata oscurata da un altro artista, il bolognese Franco, Oderisi enuncia una legge alla quale nessuno si può sottrarre: vana è la gloria alla quale gli uomini tendono con tutte le loro forze, perché essa scompare subito se non è seguita da un periodo di decadenza. Invano Giustiniano ha riorganizzato le leggi della vita civile, se la Chiesa, intervenendo in campo politico, impedisce all'imperatore di governare. Giunti nel terzo girone, appaiono in visione a Dante tre scene di mansuetudine:- il ritrovamento di Gesù nel tempio mentre discute con i dottori, l'episodio che ha per protagonisti il tiranno Pisistrato e la moglie, la lapidazione di Santo Stefano. Se volete scoprire di cosa si tratti, potete cliccare sul campanellino rosso in basso a destra e/o iscrivervi gratuitamente alla nostra Newsletter. L'ombra, a una domanda di Virgilio, rivela finalmente il suo nome: è Stazio, il famoso poeta latino, autore della Tebaide e della Achilleide, vissuto nel I secolo d. C. Subito dopo aver spiegato che a Roma ebbe la consacrazione a poeta, Stazio inizia una commossa esaltazione di Virgilio e della sua opera, affermando che l'Eneide non solo alimentò ed educò il suo spirito poetico, ma ne f u anche mamma: ignaro di essere davanti a colui che considera il suo maestro, dichiara che egli acconsentirebbe a restare un anno di più nel purgatorio, pur di essere vissuto al tempo del grande mantovano. Nel "Purgatorio", l’aspetto atmosferico e cronologico delle vicende narrate: non ha rilevanza, in quanto ci troviamo in un mondo extraterreno. Dopo aver loro spiegato la funzione delle due chiavi, una gialla e una bianca, che ha ricevuto da San Pietro, apre la porta: si ode dapprima un suono cupo, che si trasforma poi nel canto dell'inno « Te Deum laudamus ». Purgatorio… Più di tre ore sono trascorse dall'apparizione dell'angelo nocchiero quando Dante e Virgilio, in seguito all'indicazione delle anime degli scomunicati, iniziano la salita lungo uno stretto sentiero, la cui ripidità è tale che solo il grande desiderio di purificazione può aiutare a percorrerlo. Virgilio interroga Stazio mentre, in compagnia di Dante, stanno salendo verso il sesto girone. Leggi il testo di Purgatorio di Delux tratto da Purgatorio su Rockol. Se volete scoprire di cosa si tratti, potete cliccare sul campanellino rosso in basso a destra e/o iscrivervi gratuitamente alla nostra Newsletter. Ma, in seguito a una paterna esortazione di Virgilio, egli chiede come avviene il dimagrimento delle anime dei golosi, se esse non hanno bisogno di cibo. "Purgatorio" deriva da "purgatorius", che significa "purificare". Circondati da una natura splendente di fiori e di profumi, essi cantano l'inno "Salve, Regina", mentre Sordello, rimanendo sull'orlo della valle, indica ai due pellegrini i personaggi più noti: l'imperatore Rodolfo d'Asburgo, al quale Dante rivolge l'accusa di avere trascurato la situazione politica italiana, Ottocaro II di Boemia, Filippo III di Francia, Enrico I di Navarra, Pietro III d'Aragona con il figlio Pietro, Carlo I d'Angiò, Arrigo III d'Inghilterra, Guglielmo VII di Monferrato. Il carro ha alla sua destra tre donne che avanzano danzando: la prima appare tutta rossa, la seconda verde, la terza bianca. Dopo queste parole Dante, vincendo l'umiltà e la ritrosia di Virgilio, rivela il nome della sua guida. Inizia il secondo momento del viaggio di Dante nell'oltretomba, durante il quale argomento del suo canto sarà la purificazione delle anime prima di salire in paradiso: necessaria è perciò la protezione delle Muse, che egli invoca prima che la sua poesia affronti il tema dell'ascesa alla beatitudine eterna. BOSCO-REGGIO, commento al Purgatorio;. Dopo un lungo viaggio passato nelle viscere della terra senza poter vedere il cielo e le stelle, finalmente il poeta può levare lo sguardo verso … 19-dic-2014 - La colonna sonora del romanzo di Tomás Eloy Martínez. Subito dopo Virgilio spiega al discepolo che la mostruosa apparizione del sogno era simbolo dei peccati di avarizia, gola e lussuria, che vengono espiati negli ultimi tre gironi del purgatorio. Se invece volete contribuire con una libera Donazione al nostro progetto, potete farlo in tutta sicurezza. Virgilio poi si accosta a un'anima isolata dalle altre perché venga loro indicata la via migliore per salire: ma quella risponde chiedendo notizie della patria e della vita dei due pellegrini. Le apparizioni delle anime del Purgatorio a Padre Pio scarica. Le frasi sul cielo riportano immediatamente ad uno stato di pace e di quiete. Il cristiano Dante, lasciandosi guidare, lungo questa strada dalla Grazia divina, che gli impone le “Tappe if(MSFPhover) { MSFPnav7n=MSFPpreload("../Tutti in scena/_derived/tutti_in_scena!.htm_cmp_divina-commedia010_hbtn.gif"); MSFPnav7h=MSFPpreload("../Tutti in scena/_derived/tutti_in_scena!.htm_cmp_divina-commedia010_hbtn_a.gif"); } Con questo ultimo rito la purificazione del Poeta è completa: egli è ormai puro e disposto a salire alle stelle. Infine è Stazio che interroga Virgilio, per sapere in quale cerchio dell'inferno si trovano alcuni poeti latini. Ebbe dapprima sepoltura sotto un cumulo di sassi, secondo l'uso guerriero, ma i suoi nemici guelfi; e in particolare il vescovo di Cosenza Bartolomeo Pignatelli, legato del papa Clemente IV, vollero disseppellire il suo corpo e lo abbandonarono fuori del territorio della Chiesa (dove gli scomunicati non potevano essere sepolti), lungo le rive Garigliano. if(MSFPhover) { MSFPnav6n=MSFPpreload("../Origins/_derived/origini.htm_cmp_divina-commedia010_hbtn.gif"); MSFPnav6h=MSFPpreload("../Origins/_derived/origini.htm_cmp_divina-commedia010_hbtn_a.gif"); } if(MSFPhover) { MSFPnav1n=MSFPpreload("../_derived/home_cmp_divina-commedia010_hbtn.gif"); MSFPnav1h=MSFPpreload("../_derived/home_cmp_divina-commedia010_hbtn_a.gif"); } L'anima che ha parlato è quella di Ugo Capeto, iniziatore della dinastia francese dei re capetingi, il quale apre una durissima requisitoria contro i suoi discendenti colpevoli della corruzione dilagante nel mondo: Carlo I d'Angiò, che provocò la morte di Corradino di Svevia e di San Tommaso d'Aquino, Carlo di Valois, che concorse ad aumentare la lotta e i disordini interni di Firenze, Carlo II d'Angiò, che diede in sposa la giovanissima figlia Beatrice ad Azzo VIII d'Este in cambio di una somma di denaro, Filippo il Bello, che f u responsabile del triste episodio dì Anagni ai danni di Bonifacio VIII, oltre che della persecuzione contro l'ordine cavalleresco dei Templari, sono gli esempi più famosi, e più vicini nel tempo, della politica francese guidata solo dalla violenza e dalla cupidigia. Ad un certo momento Sordello indica a Virgilio il serpente tentatore che avanza nella valle, ma i due angeli, calando come sparvieri, lo mettono in fuga. I due pellegrini e Stazio, tutti assorti nella meditazione di quanto hanno appena udito, giungono alla fine del sesto girone, dove l'angelo della temperanza assolve Dante dal peccato di gola. I due pellegrini continuano il cammino, finché appare loro, splendente di luce, l'angelo dell'umiltà, che indica la scala per accedere al secondo girone, cancellando dalla fronte di Dante il primo dei sette P incisi dall'angelo guardiano alla porta del purgatorio, e intonando, mentre i poeti salgono una ripida scala, la prima delle beatitudini: "Beati pauperes spiritu!" Poco prima dell'alba, quando i sogni, secondo una credenza medievale, sono piú veritieri, al Poeta appare la visione di un'aquila dalle penne d'oro che scende improvvisa su di lui, trasportandolo nella sfera del fuoco, posta tra la sfera dell'aria e il cielo della luna, dove entrambi bruciano in un unico, grande fuoco. Su MusikElios ci stiamo mettendo impegno e passione come sempre. Per sottolineare la gravità della degenerazione dilagante in questi luoghi, il romagnolo inizia una fosca predizione intorno al nipote di Rinieri, Fulcieri da Calboli, che tiranneggerà la città di Firenze spargendovi il terrore. Furono - risponde, piangendo, il pellegrino - i beni fallaci del mondo che influenzarono il suo animo dopo la morte di chi in terra rappresentava per lui la bellezza, l'amore, la virtù. Poiché (uguale fu la risposta a Catone) è stata una donna del ciel a condurli, l'angelo li invita a salire i tre gradini, dei quali il primo è bianco, il secondo quasi nero, il terzo rosso, ad indicare i successivi momenti del sacramento della confessione. È mezzogiorno allorché le figure delle sette virtù si fermano nella zona in cui termina l'ombra della foresta, di fronte alla sorgente dei due fiumi del paradiso terrestre, il Lete, nelle cui acque il Poeta è già stato immerso per dimenticare il male passato, e l'Eunoè. Ad un invito di Beatrice, Dante solleva lo sguardo per osservarla: la celestiale bellezza della donna, anche se ancora celata dal velo, è tale che il Poeta, avvertendo con estrema intensità il pentimento per le sue colpe, perde conoscenza. Ma sono le tre virtù teologali che hanno il compito di portarlo davanti a Beatrice: gli occhi del Poeta fissano quelli splendenti della donna, il cui sguardo è però rivolto al grifone. Dopo aver apostrofato duramente il peccato di avarizia, fonte di tanto male, il Poeta ode una voce che ricorda piangendo tre esempi, due di povertà e uno di liberalità: quello della Vergine, quello del console romano Fabrizio, quello del vescovo di Bari, San Nicola. La divina foresta del paradiso terrestre è illuminata improvvisamente da un forte lampo che, invece di scomparire subito dopo, diventa sempre più luminoso, mentre si diffonde una dolce melodia. Procedono sotto questi particolari stendardi ventiquattro seniori vestiti di bianco, con in capo una corona di gigli; essi cantano un inno nel quale esaltano la grandezza della Vergine. Virgilio, dopo aver accompagnato Dante fino al termine della scala che conduce all'Eden, si congeda da lui: il suo compito si è concluso, il discepolo ha raggiunto la totale purificazione e non gli resta che attendere la venuta di Beatrice. 27 Gennaio 2019 4 Marzo 2019 Luigi Gaudio Italiano, Lettere, Poesia, scuola, scuola_biblioteca, Secondaria. Anche se, agli occhi di Dio, è sommamente meritoria la confessione del proprio peccato, è necessario che il Poeta senta fino in fondo la vergogna delle sue colpe: poiché la natura o l'arte non offrirono mai a Dante una bellezza pari a quella di Beatrice e questa bellezza andò distrutta con la morte, nessun'altra realtà materiale - conclude la donna - avrebbe dovuto attirare la sua attenzione, dal momento che ogni bene terreno, anche il più alto, risulta sempre caduco; anzi, proprio in base a questa constatazione, il suo animo avrebbe dovuto volgersi verso l'alto. Nell’Inferno Dante conosce il male attraverso il paesaggio sonoro che lo circonda: gli strazianti lamenti dei dannati infondono nel poeta sentimenti di sofferenza e paura. Il Canto XXXIII è l’ultimo della Cantica nonchè ultimo di tutta la Divina Commedia. var a=new Image(); a.src=img; return a; Si tratta di un gioiello di espressività teatrale regalato dal grande maestro Vittorio Gassman. Quanto al ruscello che Dante ha visto, esso non nasce da una sorgente alimentata dalle piogge, ma da una fonte che riceve direttamente da Dio tanta acqua, quanta ne perde. I due pellegrini scorgono, sull'ultimo dei tre gradini che portano all'ingresso, un angelo splendente, armato di una spada, il quale rivolge loro la parola per chiedere che cosa vogliono e quale è stata la loro guida. Il sommo poeta riconosce il proprio limite nel comprendere il mistero dell’Incarnazione ma l’amore divino, “l’amor che move il sole e l’altre stelle“, ha colmato la sua voglia di conoscenza in un appagamento mistico. Secondo la dottrina cattolica romana, le anime dovevano espiare i peccati del passato in purgatorio, prima di poter entrare in paradiso. Purgatorio Canto 6: Sordello da Goito (vv. Clicca qui sotto e condividi questa pagina sul tuo profilo social. Il sole sta tramontando sul monte del purgatorio quando l'angelo della castità, dopo aver cantato la sesta beatitudine evangelica « Beati mundo corde! Quale canzone rappresenta al meglio la vostra concezione di inferno? In seguito all'invito del maestro, Dante, che finora aveva camminato al fianco di Oderisi, lascia la schiera dei superbi e procede oltre, osservando sul pavimento del primo girone numerosi bassorilievi, che rappresentano esempi di superbia punita e nei quali gli episodi sono presi alternativamente dal mondo ebraico-cristiano e da quello pagano: da Lucifero, che dopo il suo atto di ribellione precipita dal cielo, alla città di Troia, che a causa dell'orgogliosa superbia dei suoi cittadini fu dagli dei punita con la distruzione totale. Il paradiso è per i deboli e noi siamo bastardi Il canto dolcissimo innalzato dai personaggi del corteo provoca in Dante una specie di tramortimento, e, quando si risveglia, Matelda gli indica Beatrice che siede sotto l'albero circondata dalle sette virtù, mentre i ventiquattro seniori, il grifone e gli altri componenti del corteo risalgono al cielo. Le anime dei morti violentemente si stringono, per chiedere suffragi, intorno a Dante, che ha ripreso il suo cammino e che riconosce fra di loro molti noti personaggi del suo tempo. I rumori infernali vengono “purificati” dalla melodia e dall’armonia per giungere alla polifonia del Paradiso in cui le anime allietano con i loro canti Dante e Virgilio. Subito dopo l'ombra del goloso fiorentino si allontana dai tre poeti per rientrare nella sua schiera, mentre appare un albero carico di frutti verso i quali gruppi di anime tendono con impaziente avidità le mani: allorché Dante si avvicina, una voce misteriosa grida dalle fronde alcuni esempi di golosità punita. Dove sei? Destatosi pieno di paura, viene rassicurato da Virgilio, il quale gli rivela che durante il sonno era sopraggiunta una donna, Lucia, che aveva trasportato Dante dalla "valletta", dove erano rimaste tutte le altre anime, alla porta del purgatorio propriamente detto. Infatti due sono i fiumi del paradiso terrestre: il primo, già incontrato dal Poeta, è il Lete, la cui acqua dona l'oblio dei peccati commessi, il secondo è l'Eunoè, che fa ricordare solo le opere buone compiute. Dante si trova nella cornice degli accidiosi allorché, mentre l'alba è ormai prossima, riceve in sogno una visione: gli appare l'immagine di una donna deforme, che in un secondo tempo si trasforma, agli occhi del pellegrino, in una bellissima sirena, che cerca di attirarlo con il fascino del suo canto. Il Sommo Poeta, infatti, è presente in tante canzoni della musica leggera italiana. I tre poeti si avviano verso la "valletta fiorita", dove si trovano i principi negligenti; coloro che, troppo presi dalle cure mondane, si pentirono solo alla fine della vîta. Vi basterà scrivere solo il nome e l’e-mail qui sotto. Letteratura italiana - Dante Alighieri — Riassunto e approfondimenti dei primi 6 canti del Purgatorio della Divina Commedia di Dante Canto II Inferno di Dante: analisi, parafrasi, commento e figure retoriche Le figure femminili che simboleggiano le sette virtù invitano Dante a distogliere il suo sguardo da Beatrice per volgerlo alla processione, la quale, in questo momento, riprende a muoversi in direzione opposta rispetto a quella prima seguita; finché tutti i suoi membri si fermano intorno a un albero altissimo e spoglio di fronde. Oreste e Pilade, il comando evangelico all'amore fraterno. Appare così la figura del maggiore trovatore provenzale, Arnaldo Daniello, che, parlando nella lingua della propria terra, chiede a Dante di ricordarlo nelle sue preghiere. Dante, seguendo la direzione di quello sguardo, scorge due angeli splendenti che si dirigono verso l'orlo della valle, ciascuno con una spada fiammeggiante e priva della punta. Gli appunti dalle medie, alle superiori e l'università sul motore di ricerca appunti di Skuola.net. Attraverso una lunga esposizione, Marco dimostra che i cieli muovono nell'uomo gli istinti, ma nulla possono contro la ragione e la libera volontà di cui egli è dotato e che dipendono direttamente da Dio, loro creatore. Un attimo e ti raggiungo. Il canto si chiude con il ricordo di una grande azione di umiltà compiuta da Provenzano per salvare la vita di un amico. I due pellegrini possono così riprendere il cammino, guidati verso il passaggio che porta al girone superiore dalla voce dell'angelo del quarto girone, che assolve Dante dal peccato di accidia. Occorrerà cercare un luogo dove attendere l'alba. All'improvviso appare lontano, sulle acque, una luce rosseggiante che si avvicina velocemente alla spiaggia: Virgilio riconosce l'angelo nocchiere del purgatorio ed esorta il discepolo ad inginocchiarsi in segno di omaggio. Il settimo e ultimo girone del purgatorio è occupato da un grande fuoco, nel quale purificano il loro peccato le anime dei lussuriosi. Il sole sta tramontando sul monte del purgatorio quando l'angelo della castità, dopo aver cantato la sesta beatitudine evangelica « Beati mundo corde! Dopo averle benedette con il segno di croce, l'angelo riparte lasciando sulla spiaggia le anime, le quali chiedono consiglio a Dante e Virgilio sul cammino da intraprendere. Le anime e i due pellegrini si dirigono correndo verso il monte come colombi spaventati da un rumore improvviso. Del resto gli ultimi imperatori, presi dai problemi della Germania, non si sono più curati né dell'Italia né della città imperiale per eccellenza, Roma. Musica per tutti! L'ultima scena è tratta dal mondo romano e riprende una leggenda molto diffusa nel Medioevo, l'incontro di Traiano e della vedova che invoca da lui giustizia contro gli uccisori del figlio prima che egli parta per la guerra: alla fine l'imperatore, riconoscendo giusta questa richiesta, accontenta la donna. Vi basta cliccare proprio qui. Sono circa le due pomeridiane mentre Dante, Virgilio e Stazio continuano l'ascesa dal sesto girone, quello dei golosi, all'ultimo, dove subiscono la loro pena i lussuriosi. A seguire invece potrete ascoltare la preghiera di San Bernardo in un’ode alla Vergine scritta dal compositore di musica sacra e Maestro Mons. Amazon.it: divina commedia purgatorio Selezione delle preferenze relative ai cookie Utilizziamo cookie e altre tecnologie simili per migliorare la tua esperienza di acquisto, per fornire i nostri servizi, per capire come i nostri clienti li utilizzano in modo da poterli migliorare e per visualizzare annunci pubblicitari. Un passo delle Bucoliche virgiliane, che accennava al rinnovamento del mondo, coincideva con il messaggio della nuova fede che veniva diffusa dovunque proprio in quel tempo; questo fatto spinse Stazio ad avvicinare i predicatori cristiani, che, con la santità della loro vita, lo convinsero ad abbandonare ogni altra posizione religiosa o filosofica per diventare cristiano attraverso il battesimo. Vi basta cercare MusikElios! Vuole sapere il motivo per il quale un'anima di grande nobiltà, come la sua, può essersi macchiata della colpa dell'avarizia. A lui Dante rivela di essere ancora vivo, suscitando l'attonito stupore di tutte le anime, mentre Nino invita uno dei principi ad avvicinarsi ai due pellegrini, per osservare da vicino quel prodigio; poi, rivolto all'amico, lo prega di ricordarlo alla figlia Giovanna, dal momento che troppo presto la moglie si è dimenticata di lui, passando a seconde nozze. serve a sottolineare la maggior umanità delle anime incontrate da Dante. Dante, per mettere a profitto il tempo del cammino, chiede al maestro chiarimenti intorno all'uso dei due termini, divieto e consorte, fatto da Guido del Duca nel canto precedente. if(MSFPhover) { MSFPnav5n=MSFPpreload("../Vita e morte/_derived/vitamorte.htm_cmp_divina-commedia010_hbtn.gif"); MSFPnav5h=MSFPpreload("../Vita e morte/_derived/vitamorte.htm_cmp_divina-commedia010_hbtn_a.gif"); } Ma l'intervento in campo temporale della Chiesa ha provocato una confusione di poteri che è all'origine dell'attuale degenerazione, la quale è particolarmente avvertibile nell'Italia settentrionale, dove pochi sono i rappresentanti rimasti della nobile generazione passata. Nel secondo girone, dove sono punite le anime degli invidiosi, i due pellegrini odono gridare, da voci misteriose che attraversano l'aria, tre esempi di carità: il miracolo di Cristo alle nozze di Cana, l'amicizia profonda che legava due famosi eroi greci. Buon compleanno Musikelios! Sordello, dopo il primo momento di commozione nell'udire il nome della patria, vuole notizie precise sui due pellegrini: Virgilio risponde rivelando la propria identità al poeta mantovano, che si rivolge allora a lui chiamandolo gloria de' Latin. Dopo aver confessato il proprio peccato e dopo aver rivolto una breve apostrofe all'umanità che si lascia traviare dall'invidia, Guido, nell'ultima parte del suo discorso, ricordata la corruzione presente della Romagna, rievoca con nostalgia e rimpianto il tempo passato, nel quale le virtù, il valore e la cortesia guidavano la vita di ciascuno. Virgilio, dopo un primo tentativo di chiarire questo problema attraverso due esempi, prega Stazio di fornire una dimostrazione più completa e convincente del fenomeno. Mentre sostano ai piedi dell'erta. Dante ricorda - con la figura dell'aquila - le persecuzioni portate contro i primi cristiani e con l'immagine della volpe il diffondersi delle eresie; in un secondo tempo l'aquila - simbolo dell'Impero - ritorna e lascia sul carro una parte delle sue penne, per indicare il potere temporale di cui fu investita la Chiesa dopo la donazione territoriale fatta dall'imperatore Costantino a papa Silvestro. Quest'ultimo profetizza a Dante che a Lucca, durante il periodo del suo esilio, una donna di nome Gentucca gli dimostrerà una profonda gentilezza e una delicata amicizia. Il canto si chiude con la solenne profezia dell'esilio del Poeta fatta dal Malaspina. Mancano musiche di conforto per i destini funesti delle anime; si odono i suoni potenti e sgraziati delle zampogne, delle campane e del corno del gigante Nembrot (canto XXXI). Alla fine della vita si convertì, ma solo le preghiere di un umile venditore di pettini della sua città le evitarono una lunga sosta nell'antipurgatorio. Dopo aver ammirato l'arte somma con la quale le raffigurazioni sono state eseguite, Dante rimprovera con durezza la superbia degli uomini, che impedisce loro di vedere il male che compiono. Che ballano mezzenude sul tettino. Infatti, finché visse Beatrice, la presenza della donna amata gli fu guida sufficiente sulla strada del bene, ma dopo la sua morte egli si incamminò per via non vera e a nulla valsero i tentativi da lei compiuti per ricondurlo sul retto cammino. L'espressione in sul quale io sedea (v. 74) vuol dire «sul quale (sangue) io, anima, avevo la mia sede» (era opinione diffusa, nella fisiologia medievale, che l'anima umana risiedesse nel sangue.